Coerenza e umiltà – XXXI Domenica del tempo ordinario
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Il Vangelo che oggi viene presentato alle comunità cristiane spinge all'esame di coscienza tutti coloro che hanno degli incarichi o si riconoscono in esse.
La nostra vita interiore, familiare, professionale, sociale è allineata con le richieste, i valori e gli atteggiamenti di Gesù? Siamo coerenti, nelle azioni concrete, con le parole di fede che professiamo nell'Eucarestia? Ci comportiamo bene perché ne siamo convinti o per essere accettati e ammirati dalla gente? Andiamo alla ricerca dei primi posti, dei complimenti, dell'onore o ci basta la carezza dello sguardo benevolo di Dio? Ci sentiamo insegnanti e maestri, o riteniamo di aver sempre bisogno di imparare a seguire Gesù? Nei consigli che dispensiamo e nei giudizi che siamo chiamati a esprimere, ci accorgiamo della realtà che gli altri stanno vivendo, o ci limitiamo a ragionare per principi e slogan, caricando sulle loro spalle fardelli pesanti che noi non muoviamo neanche con un dito? E infine, ci sentiamo superiori a chi si è ritrovato in un'altra o in nessuna fede?
Gesù non smette di ricordarci che «chi si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato» Tutto ciò che abbiamo e che siamo non è sempre merito nostro. È il frutto di occasioni e possibilità che la vita − e quindi il buon Dio − ci ha offerto. Certo, noi siamo stati capaci di prenderle, di sfruttarle, di svilupparle. Questo però non deve essere un vanto ma una responsabilità: i «grandi» sono quelli che le mettono a servizio di tutti. Sia così anche per noi.

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  • Date: 4 Novembre 2023