Alzati e mangia – XIX Domenica del tempo ordinario
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È estremamente confortante l’esperienza di Elia descritta oggi nella prima lettura. Il momento è cupo e disperato. Elia, di fronte alle minacce della regina, fugge nel deserto e dopo una giornata di cammino si dà per vinto: «Prendi la mia vita, Signore, perché non sono migliore dei miei padri». È un angelo ad avvicinarlo. Per due volte lo incita ad alzarsi e a mangiare.
Ogni essere umano nella vita ha bisogno di qualcuno che sia i suoi occhi, la sua speranza, la sua forza. Uno che non si limiti a ripetere parole buone e consolatorie, ma che indichi cibo ed acqua indispensabili a recuperare le energie. Uno che non accusi né rivanghi il passato, ma abbia lo sguardo aperto al futuro, a tutto ciò che la vita può dare a noi e noi possiamo dare al mondo. Questa è la benedizione del Signore, che ci attende alla fine del cammino, al suo santo monte, quando sarà trascorso il tempo necessario per noi a comprendere e apprendere.
Dio conta su di noi sapendo di non essersi sbagliato a darci fiducia. Semplicemente, non sempre notiamo gli angeli che sono sulla nostra strada, o siamo disposti ad ascoltarli.
Dio si permette di insistere perché è un peccato che qualcuno viva sdraiato, addormentato, infelice. O, come scrive San Paolo, nell’asprezza, nello sdegno, nell’ira, nella maldicenza. Guardiamo dunque a Gesù, pane che nutre dei valori del cielo, e primo maestro di benevolenza e misericordia.

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  • Date: 7 Agosto 2021