Effatà, apriti! – XXIII Domenica del tempo ordinario
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Leggendo l’episodio odierno della guarigione del sordomuto, possiamo fermarci a contemplare il potere del Cristo, capace di opere strabilianti che non esiteremmo a definire impossibili. Oppure notare la sua finezza umana e psicologica, l’attenzione a prenderlo in disparte, a volergli comunicare con il proprio corpo il buono che era già presente in lui, e attendeva soltanto che qualcuno levasse un blocco e aprisse il suo normale fluire.
O ancora lasciarci educare dalla sua richiesta continua di non divulgare le notizie di questi fatti straordinari, come fosse secondario il culto alla sua persona, totalmente orientata a farsi umile tramite dei doni del Padre, e secondario il verificarsi di miracoli rispetto a tutto ciò che ogni singolo gesto d’amore può compiere quotidianamente per la costruzione del Regno di Dio.
Oggi il Figlio di Dio ci chiede di aiutarlo ad aprire gli occhi di chi è cieco nei confronti dei doni che ha; di far sentire chi è sordo ai richiami dei bisogni altrui, a partire dai propri familiari; di far camminare chi è fermo o claudicante nel percorso di consapevolezza di sé e delle conseguenze che certi suoi sbagli arrecano agli altri; di favorire l’espressione chi è isolato, abbandonato, sfiduciato. Ma soprattutto di non considerarci automaticamente superiori a chiunque, ricordando le sagge parole di san Giacomo: «Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede e eredi del Regno?».

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  • Date: 4 Settembre 2021