Dio ama, dunque chiama – V^ Settimana del Tempo Ordinario
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Solitamente, quando qualcuno ci chiama è perché ha bisogno di noi. A volte ci fa piacere, a volte c'infastidisce. In alcuni casi la chiamata è legata a un complimento o a un incarico di re-sponsabilità. Questo ci inorgoglisce, ma ci porta a un patto chiaro: se faremo bene ne avremo una ricompensa.
Le figure della Bibbia ci raccontano un diverso modo di fare da parte di Dio. Egli chiama gli esseri umani al suo servizio, ma non prima di averli beneficati. Un suo segno tangibile d'amore accompagna sempre una chiamata. Così Isaia è toccato sulle labbra e perdonato, prima di accettare l'incarico; così Paolo ri-corda di aver trasmesso il dono di Cristo che lui aveva ricevuto nonostante la sua indegnità, da ex persecutore; così i pescato-ri di Galilea, accogliendo la Parola di Gesù, prendono una «quantità enorme di pesci» che salva la loro giornata.
La chiamata di Dio ha anche la caratteristica di disfare i prece-denti piani umani, portando nuove e più alte mete: gli Apostoli saranno pescatori di uomini. Non per catturarli, come il parago-ne potrebbe suggerire, ma per liberarli, fornendo loro mari puli-ti, cibo migliore, vita e benessere. È il centuplo che Gesù pro-mette a chi ha lasciato tutto per lui, non come semplice ricom-pensa al costo del sacrificio, ma come constatazione di ciò che giungerà come logica conseguenza a chi ha scommesso sull’a-more.
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- Date: 3 Febbraio 2022
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