Il chicco di grano. Riflessione sulla quinta Domenica di Quaresima
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La metafora del chicco di grano è certamente una delle più note e chiare della predicazione di Gesù. Per comprenderla appieno, però, dovremmo far riferimento alla quotidianità contadina, oggi lontana da molti. In essa la morte è insita nella vita, come normale fluire della realtà. Il chicco di grano realizza il compito per cui è al mondo offrendosi come cibo o come seme. Nel primo caso sarà vita per un altro, nel secondo il dono di se stesso si moltiplicherà in tanti nuovi chicchi. Se e quanti saranno, non è dato conoscerlo. Dipenderà da tante variabili, e ben sappiamo che l’analisi delle colture e delle persone non è una scienza esatta. Certamente un chicco rimasto solo, dimenticato, inutilizzato, non è servito a nulla, ha sciupato la sua esistenza.
Così la gloria di Gesù non sarà quella mondana, fatta di applausi, riconoscenza e onori, che peraltro egli ha spesso allontanato da sé. Dio gli renderà giustizia non strappandolo dall’ora più buia, ma aiutandolo ad attraversarla con la consapevolezza della sua missione e la forza d’animo di chi conosce la Vita, e per questo non teme la morte.
Umanamente non è facile, e non ci stupisce che Gesù confessi di avere l’anima turbata. Ma guardando ancora una volta un piccolo chicco di grano, la naturalezza del suo sacrificio e la gioia del contadino il giorno del raccolto, tutto sarà stato possibile.
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- Date: 19 Marzo 2021
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