Invitati al banchetto di Dio – XXVIII Domenica del tempo ordinario
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Nella parabola degli invitati a nozze che ascoltiamo oggi nell'Eucarestia, il re è Dio e la festa di nozze è la «nuova ed eterna alleanza» sancita dal Padre attraverso il sacrificio di Gesù.
L'antica alleanza era tra Dio e il suo popolo. Egli aveva familiarizzato per secoli con lui e, ora che sta per iniziare la festa, gli invitati non vogliono venire, trovano altri impegni, o addirittura insultano e uccidono i suoi servi. Evidentemente Gesù sta parlando anche di sé. Non ci deve stupire la dura punizione del re, con ferro e fuoco. L'evangelista Matteo, che scrive intorno all'80 d.C., sa che è esattamente ciò che è successo pochi anni prima con la distruzione della città e del Tempio di Gerusalemme.
Eppure la sala della nuova alleanza si sta riempiendo di commensali: tutti gli uomini, infatti, ora vengono invitati. L'unica richiesta che viene fatta loro è l'abito nuziale. I contemporanei di Gesù sapevano che questo vestito era offerto con l'invito. Quindi se non ne erano provvisti semplicemente l'avevano rifiutato. Vale anche per noi: la mensa di Dio è sempre gratuita. Ma siamo pronti a riconoscerlo, ad ascoltarlo, a seguirlo? La parabola, riletta oggi, ci deve far pensare: i depositari della millenaria cultura cristiana sono sempre i più convinti sostenitori della prassi del Vangelo? Nelle nostre comunità, nei nostri oratori, è più facile trovare persone disponibili e credenti tra gli autoctoni o tra i nuovi arrivati? Siamo veramente disposti a indossare l'abito della fede e dell'amore fraterno? «Molti sono chiamati, ma pochi eletti».

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  • Date: 13 Ottobre 2023