L’ora di Dio – Seconda Domenica del Tempo Ordinario
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All’inizio del tempo liturgico detto ordinario, la Chiesa ci propo-ne il primo miracolo che Gesù ha compiuto secondo il racconto di Giovanni. L’evangelista lo chiama segno perché ha ripensato a lungo al senso della venuta del Figlio di Dio tra gli uomini, e ha concluso che la sua gloria è manifestata in ogni vittoria sul male; nel presente realizza il suo regno quando gli uomini, credendo in lui, segnano il mondo con un gesto d’amore.
Anche in questo racconto ci sono vari indicatori del limite e dell’incompiutezza della realtà umana. Una festa attesa da una vita, sciupata nel momento più bello da un errore di valutazio-ne sul vino necessario; anfore di acqua stantia da rivitalizzare per un nuovo scopo; il numero 6, per la Bibbia simbolo di im-perfezione e manchevolezza; i dubbi di Gesù, non ancora con-vinto che sia il suo momento. Le parole piene di gioia e di spe-ranza di Isaia, sentite tante volte in sinagoga, erano bellissime, ma declinate al futuro. La promessa sposa restava in attesa.
La saggezza di una madre, allenata a vedere i bisogni degli al-tri, smuove persino Gesù. Ora è il tempo giusto per sconfiggere il male, per risolvere i problemi, per restituire il piacere di ciò che è veramente buono, per riempire fino all’orlo la vita che ci è stata regalata. Ora è una parola d’oro anche per noi, troppo spesso in attesa che altri si muovano per primi, quando invece le chiavi per il bene sono già in nostro possesso.

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  • Date: 14 Gennaio 2022