Nella vigna del Signore – XXVII Domenica del tempo ordinario
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La parabola dei vignaioli omicidi è raccontata da Gesù appositamente ai sacerdoti e agli anziani. Essi conoscevano bene le Scritture e sapevano che la vigna di Dio era la «Casa d’Israele». Dio aveva fatto di tutto per il suo popolo: liberazione dai nemici, guida e sostegno in ogni vicissitudine, grande pazienza e misericordia. Purtroppo il popolo, come constatava il profeta Isaia, produsse spesso «acini acerbi».
Ovviamente coloro che avevano il potere religioso erano convinti di essere gli acini migliori. Ma Gesù li mette in guardia: quando il padrone (Dio) volle chiedere conto della sua vigna, i contadini (capi del popolo) tolsero di mezzo di suoi servi (i profeti). Infine mandò suo Figlio, ma essi uccisero anche Lui. Quale sentenza potevano aspettarsi? La stessa fine e l’affidamento della vigna ad altri. Storicamente avvenne proprio così, con la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e la successiva dispersione degli Ebrei.
Non vorremmo essere stati in quei sacerdoti, posti impietosamente di fronte alla verità da Gesù. In effetti le sue parole dure avrebbero potuto stimolare la ragionevolezza, la fede, la conversione. Invece il vangelo constata l’irrigidimento e la paura.
Questa parabola oggi parla ai presunti buoni cristiani, pronti a scartare le pietre ritenute sbagliate nella costruzione del mondo; quelli che dividono ed erigono steccati con i loro giudizi e le loro convinzioni assolute; quelli che eliminano – mettendo in minoranza – i profeti della rettitudine, della giustizia, dell’amore. Senza saperlo, anche loro potrebbero essere lontani dal regno di Dio.
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- Date: 7 Ottobre 2023