Prendere la propria croce – XXII Domenica del tempo ordinario
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Le richieste che Gesù ci fa quest'oggi ci sembrano eccessivamente dure. Davvero è necessario rinnegare se stessi e caricarsi della croce per seguirlo? In effetti, è la strada che ha percorso lui.
È importante ricordarci che la croce non viene da Dio. Non è mai una sua benedizione. Piuttosto, la giustizia, la verità e la misericordia che egli chiede possono necessitare di fatica e sacrificio, scontrandosi con i poteri del mondo.
Il termine adoperato dall'evangelista significa «raccogliere», «sol
levare» la propria croce, riferendosi all'asse orizzontale che doveva essere caricato sulle braccia e portato dal luogo della sentenza al luogo del supplizio dal condannato, lasciato solo tra gli insulti della gente. Tutti sperimentiamo che in certe situazioni è inevitabile accogliere la sofferenza, stringere i denti, gettare il cuore oltre l'ostacolo. È un passaggio obbligato per guarire, crescere, vincere o comunque raggiungere la meta.
L'ingenuità di Pietro che, convinto della provenienza divina di Gesù, crede che sarà preservato da ogni male, ottiene un aspro allontanamento dal Maestro. In quel momento egli è Satana, cioè ostacolo a ciò che è inevitabile: «andare a Gerusalemme» (il cuore dell'Ebraismo), «soffrire a causa dei capi dei sacerdoti, degli anziani e degli scribi» (custodi di un volto errato di Dio), «venire ucciso» (rinunciare alla vita e ai valori terreni). L'unica strada possibile per «risorgere il terzo giorno» e spalancare agli uomini la porta dell'eternità.
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- Date: 2 Settembre 2023