Profeti tra noi – XIV Domenica del tempo ordinario
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«Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria». Gesù esprime rammarico con sapienza e ironia davanti al rifiuto del suo messaggio da parte dei compaesani. A causa del proprio pregiudizio, molti di essi perdono l’opportunità di essere sanati da malattie e peccati, e soprattutto di ascoltare la voce di Dio attraverso quell’uomo, che credono di conoscere davvero perché l’hanno visto crescere e sono circondati dai suoi parenti.
Le parole di un profeta non sono mai comode. Dio non ha bisogno di un profeta quando le cose vanno bene, quando la comunità segue la sua volontà e l’amore regna sovrano. Il profeta è chiamato a dire la verità quando è nascosta; a fare memoria quando si sta affievolendo; a osservare Dio quando tanti hanno virato lo sguardo altrove. Il profeta si esprime con la propria vita, la sua radicalità è il primo annuncio. Gesù sa bene che qui provocherà scandalo, ma non vuole negare ai nazareni l’opportunità di ricevere quest’ulteriore appello alla salvezza.
La frase di Cristo dovrebbe far pensare le nostre comunità. Anche oggi non mancano i messaggeri di Dio e della verità, e sono tra di noi. Siamo in grado di riconoscerli? Sappiamo valorizzarli come risorse o accresciamo la loro sofferenza scansandoli, disprezzandoli o semplicemente ignorando la loro presenza? Se stiamo perdendo il loro contributo, la frase di Gesù non ci serva da giustificazione. Lui è certamente dalla loro parte.
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- Date: 3 Luglio 2021
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