Testimoni della fede – Riflessione sulla terza Domenica di Pasqua
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Ce ne rendiamo conto. Per molte persone, soprattutto giovani, la religione è illogica, poco credibile, persino assurda. Nei funerali civili si saluta per l’ultima volta il cadavere e si riconosce all’individuo il percorso della vita, unica e terminata. Si viene dal nulla e si ritorna al nulla: polvere e cenere che il vento disperde.
Questo è evidente alla percezione dei nostri sensi e al metodo scientifico.
Nonostante la convivenza con Gesù Cristo e le sue chiare parole sulla vita dopo la morte e sulla sua risurrezione, pure gli Apostoli sono «sconvolti e pieni di paura» vedendo colui che deve spiegare di non essere un fantasma, e lo dimostra mangiando con loro. Gesù è costretto ad «aprire le loro menti», citando le Scritture e investendoli di una responsabilità. Ora che si trovano, pur per un breve tempo, nell’evidenza della fede, diventeranno i suoi testimoni.
Non dimentichiamo mai che il cristianesimo si fonda sull’annuncio dei testimoni. Sono le esperienze di fede, personali e collettive, a diventare prove delle realtà soprannaturali, dell’esistenza dell’anima, della grazia divina presente in ciascuno di noi. È l’incontro interiore con il Cristo e la sua Parola a inci-dere nella nostra vita e a mostrare l’efficacia dei suoi sacramenti. È la costante ricerca di fedeltà a lui nella realtà quoti-diana a renderci cristiani credibili e costruttori del Regno di Dio.
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- Date: 17 Aprile 2021