Zaccheo – XXXI Domenica del tempo ordinario
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Chi avrebbe scommesso qualcosa sulla conversione di Zaccheo? Sovrintendente degli esattori delle tasse, ricco e odiato; scomunicato dai sacerdoti, sanguisuga per i poveri, approfittatore del potere romano; e così lontano dalla sobrietà di Gesù. «Hai compassione di tutti, Signore; chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu ami le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato» ci ricorda il libro della Sapienza nella Prima Lettura.
Forse Zaccheo è soltanto incuriosito da Gesù; il disgusto da cui è circondato, insieme alla bassa statura, lo convincono a nascondersi su un albero d'alto fusto. Inaspettatamente, Gesù alza lo sguardo su di lui e vede una possibilità di salvezza. Chiamandolo per nome e offrendogli di pranzare insieme gli restituisce tutta la dignità di essere umano creato e amato da Dio. A lui non interessano le critiche dei malpensanti: c'è in gioco una pecora smarrita, ma anche la realizzazione del Regno di giustizia che Dio ha in mente per gli uomini.
Quella persona odiata cambierà la storia della città, perché non si limiterà a tornare a seguire la Legge, ma saprà rendere concreta la sua solidarietà. Nella tradizione ebraica la massima offerta a favore dei poveri era un quinto dei propri beni. E in caso di furto obbligava alla restituzione del doppio. Zaccheo dà ai poveri la metà dei propri beni, e a chi ha derubato restituisce quattro volte tanto. Davvero l'amore è entrato nella sua casa.
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- Date: 28 Ottobre 2022