2021
Lu&Gi
Foto Racconto...
Dal 22 al 30 settembre, presso la Parrocchia San Carlo Borromeo in Cave, si è svolta la Missione dei ragazzi Lu&Gi, giovani animati dal carisma di Santa Lucia Filippini, nativa di Tarquinia, che ha fondato l’omonima Congregazione delle Maestre Pie Filippini, insegnanti a Cave da oltre due secoli. I Missionari, provenienti da tutta Italia e di un’età compresa tra i 16 e i 25 anni, hanno seguito per circa dieci giorni un programma ricco di momenti al fine di portare l’annuncio del Vangelo tra le varie realtà caratterizzanti il territorio: scuole, squadre sportive, associazioni musicali, gli anziani, i malati, la Caritas, i ragazzi e i genitori della nostra Comunità parrocchiale. Tra i numerosi eventi, accuratamente organizzati, spiccano indubbiamente la testimonianza del conduttore Rai Alessandro Greco presso la piazza Santa Croce, che ha accolto calorosamente l’arrivo dei missionari e del Crocifisso storico di Santa Lucia sabato 22 settembre, con la partecipazione del sindaco, delle Maestre Pie, del Parroco Don Gerardo Battaglia e del sacerdote cantautore Don Giosy Cento, fondatore del gruppo Lu&Gi. La cittadina è rimasta colpita dalla semplicità e dal forte sentimento dimostrato dal personaggio che vive gli schermi della televisione, a conferma di come la fratellanza cristiana unisca i cuori di ognuno di noi. Domenica 23 settembre, presso il Chiostro di San Carlo, si è svolta la Festa della Famiglia, con la testimonianza di come il Vangelo entra nella quotidianità delle nostre case; il pomeriggio alle 19 il Prof. Andrea Russo ha presentato il suo libro “Nuove Parrocchie o Parrocchia nuova?” riflettendo sulla dimensione comunitaria e sui suoi possibili sviluppi. Le giornate sono iniziate con l’incontro tra i missionari e tutte le scuole del territorio, mentre la sera del lunedì, mercoledì e giovedì si sono svolti i centri d’ascolto nei vari quartieri, incentrati sulla meditazione della Parola, seguita da riflessioni personali. La sera del martedì, invece, ha avuto luogo la Via Luciae, ossia un percorso volto alla rievocazione della vita della Santa. Altro appuntamento che ha riscosso notevole partecipazione è stato l’incontro con lo psicologo Antonio Francese, che ha aperto un dibattito sul tema dell’educazione, a oggi particolarmente discusso, insieme ai docenti delle scuole di Cave. Il week end ha avuto inizio con l’Adorazione comunitaria tenutasi in Piazza Giovanni Paolo II alle ore 21, guidata da Don Bruno Sperandini, parroco in Castel San Pietro Romano. Nel penultimo giorno della Missione, invece ha visitato la comunità Padre Vincenzo Bordo OMI, missionario in Corea del Sud da 29 anni; la sua testimonianza è stata fonte di emozione e curiosità, avendo raccontato come vive “le piaghe di Cristo” tra i poveri e i senzatetto della città di Seul nella sua Casa di Anna. La sera Don Giosy ha allietato i presenti con le sue canzoni più amate nel teatro comunale della città di Cave; sulle note della sua musica, elemento fondamentale della sua vita, ha salutato calorosamente i presenti, ringraziando per l’ospitalità e l’affetto dimostrato. Nella Santa Messa di chiusura della Missione, la grande commozione dei Missionari e di tutti coloro che hanno intensamente vissuto questa settimana, ha accompagnato l’intera celebrazione, concludendosi con il rientro dello storico Crocifisso nella dimora delle Maestre Pie. “Ecco, mando il mio messaggero, Egli preparerà la via”; queste le parole che ci hanno guidato, queste le parole che hanno rappresentato ogni singolo momento di questa intensa e profonda esperienza. Gli occhi, i sorrisi e le lacrime della nostra cittadina che ha riconosciuto la luce e l’amore di Cristo nella testimonianza trasmessa sono stati la conferma che il messaggio del Vangelo è ancora vivo, acceso, concreto. “Vorrei moltiplicarmi in ogni angolo della terra per gridare a tutti: Amate Dio, amate Dio!”; ce lo hanno gridato i missionari, lo possiamo fare anche noi.
Arianna Polani, Francesca Leli, Giulia Leli, Francesca Fallani
2018
Ordine Francescano Secolare
Ordine Francescano Secolare
L’Ordine Francescano Secolare (O.F.S.), sino al 1978 Terzo Ordine Francescano, è costituito da cristiani che, per una vocazione specifica, si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di san Francesco d’Assisi, nel proprio stato secolare, osservando una regola specifica approvata dalla Chiesa, attualmente quella confermata da Papa Paolo VI nel 1978.
L’OFS (Ordine Francescano Secolare) è una delle tre componenti fondamentali della grande Famiglia francescana, costituita dai tre ordini fondati da Francesco d’Assisi: il primo ordine (i frati), il secondo ordine (religiose contemplative chiamate Clarisse perché cofondate da santa Chiara) e il terzo ordine (i secolari e numerose forme di religiosi e religiose impegnati in attività apostoliche o anche monache in sola contemplazione – TOR – che si sono formate dal filone principale dei secolari).
È proprio la vocazione quella che distingue, dal punto di vista della motivazione, l’appartenenza all’O.F.S. rispetto ad altre associazioni pie.
I francescani secolari, emettendo, dopo un periodo di formazione e di approfondimento spirituale e culturale, una vera e propria professione, si impegnano a vivere questa vocazione in ogni situazione in cui si trovano sul piano familiare e lavorativo.
I fratelli e le sorelle dell’Ordine francescano secolare cercano la persona vivente e operante di Cristo negli altri fratelli, nella Chiesa, nella Parola di Dio, nella liturgia.
Annunciano Cristo con la vita e la parola; testimoniano nella vita quotidiana i beni futuri: nell’amore della povertà, nell’ubbidienza, nella purezza di cuore.
I francescani secolari si impegnano a costruire un mondo più giusto, più evangelico e fraterno accogliendo tutti gli uomini come dono di Dio, lieti di stare alla pari con i più deboli, promuovendo la giustizia. Vivono lo spirito di san Francesco nel lavoro e nella loro famiglia, in un cammino di maturazione umana e cristiana con i loro figli.
Portatori di pace, sono fiduciosi nell’uomo e gli recano il messaggio della letizia e della speranza.
La Fraternità si incontra il secondo e quarto mercoledì del mese del mese nella sala San Carlo Borromeo alle 15. Passa, se vuoi, saremo feici di accoglierti e conoscerci.
2018
Comitato Sant’Antonio
La chiesa di San Carlo viene inaugurata nel 1640; cinque anni dopo padre Berardino Biscia, il quarto dei fratelli Biscia, fattosi cappuccino e divenuto un valente oratore, torna spesso a Cave per predicare nelle chiese del suo paese.
Il 19 marzo 1645, padre Bernardino si trova per la predicazione di quaresima nella chiesa di Santo Stefano, e proprio durante l’omelia esaltando l’opera e la figura di Sant’Antonio da Padova, il popolo talmente affascinato e infervorato dalle sue parole, proclama a gran voce (“vivae vocis oraculo”) Sant’Antonio da Padova avvocato e protettore della terra di Cave.
Il notaio Cesare Astolfi, registra l’avvenimento su apposito atto.
Da allora Cave, affianca al suo patrono San Lorenzo, la figura di Sant’Antonio da Padova che diventa compatrono.
Il popolo di Cave ha sempre avuto un legame forte con la figura del Taumaturgo, le cronache del convento riportano in particolare la Festa del 13 giugno 1944, quando con la guerra appena finita e con la partenza dei soldati francesi e marocchini, una grande affluenza di popolo ringrazia il Santo per la protezione accordata nei giorni della guerra.
Il “comitato Sant’Antonio” negli anni si è occupato, in collaborazione con il parroco, della preparazione della processione che attraversa le strade del paese, della distribuzione del “pane di Sant’Antonio”; fino agli anni settanta c’era l’usanza di estrarre i nomi dei “portatori”, cioè gli uomini si iscrivevano in una lista e poi venivano estratti i nomi di coloro che avrebbero avuto l’onore di portare a spalla la statua del Santo.
Si iniziava con la raccolta delle offerte porta a porta, la gente contribuita lasciando un’offerta libera; si passava poi alla vendita delle cartelle della Tombola di Sant’Antonio, tombola che veniva estratta nella piazza antistante la chiesa; la pesca, lo stand gastronomico, i giochi popolari in piazza e i tornei di calcetto e il “Torneo di bocce”, gli spettacoli musicali e teatrali.
Negli ultimi anni la festa e le attività si sono svolte negli spazi aperti della parrocchia, nei giardini e nei campetti, per evitare di bloccare piazza e strade. Il “comitato” si occupa anche della manutenzione degli spazi esterni della parrocchia (campetti e giardini) e dello stand gastronomico pro-parrocchia in occasione della “sagra della castagna”.
Attualmente le attività sono ferme a causa della pandemia, ma il “comitato” è vivo e vegeto e collabora mettendosi a disposizione di parroco e parrocchia per le attività che possono essere svolte.
Bibliografia:
Antonio Mancini “Storia della chiesa e del convento di San Carlo”